lunedì 22 dicembre 2008

auguri a Te che sei...................




A Te che sei.............Auguri Di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato
All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere,
a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni...


(Grazie a Gianluca, Teresa per questo testo e a Stefy, Fabry, Silvia per le correzioni)

Testi di Jovanotti

mercoledì 3 dicembre 2008

prepariamoci al Natale



Filastrocca per Gesù Bambino
che nasce stanotte piccino piccino
che nasce stanotte col freddo che fa
che nasce soletto con mamma e papà.
Non ha coperte, non ha focherello
ha solamente il bue e l'asinello
per scaldarsi, poverino,
non ha legna né camino
ma porta un amore sì grande e profondo
che può scaldare anche tutto il mondo.


In questo momento di recessione Mondiale ,
l'augurio al Mondo intero mi sembra la cosa più naturale da fare.
Con lo spirito lieto che mi accompagna verso Natale 2008, mi son divertito ha creare dei piccoli filmati.
Queste piccole clip accompagnano e anticipano i miei auguri e quelli di tutta la mia Famiglia,
per vedere i filmati basta cliccare sui link qui in basso.

http://elfyourself.jibjab.com/view/dlx0rSs3Ry5REDLn8T5e disco


http://elfyourself.jibjab.com/view/fFtS7ONpZrL0eeOvhasi classic


http://elfyourself.jibjab.com/view/WR5EIVBCwPI05FL9FAtX charleston


http://elfyourself.jibjab.com/view/u1Utp6nNMpsCYZFpfqlx country

domenica 19 ottobre 2008

cerimonia iniziale e primi minuti del secondo tempo della finale di Coppa delle coppe di hockey pista







in questi primi quattro minuti potrete vedere il gran gol di Pino Marzella che portò sul 6-2 il Giovinazzo, ma la strada è ancora lunga, bisogna segnare ancora tre reti per disputare i supplementari.

mercoledì 15 ottobre 2008

pubblicazione di prova 1982 - 1992 Dieci anni di successi HC MOLFETTA

martedì 7 ottobre 2008

Il potere delle mafie cresce e si rafforza grazie all’omertà, ma a stare zitti si rischia molto di più, perché si diventa schiavi (Don Ciotti)


Venerdì 10 Ottobre 2008 venite tutti presso la Sala San Felice (Centro Storico) - Giovinazzo

visto l'impegno sul tema della legalità della regione Puglia e visto che proprio la Campania ci accoglierà nella prossima giornata della memoria potremmo pubblicizzare la presentazione del libro di Gianni Solino, amico e punto di riferimento per la lotta contro le mafie.
Crediamo possa essere una bella occasione di confronto da non perdere.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

" Ragazzi della Terra di Nessuno"

di Gianni Solino

venerdì 26 settembre 2008

A PROPOSITO DI SPORT E PACE, ECCO A VOI SERVITO IL SIGNORE DELLA PACE: Don Tonino Bello

clicca sulla foto per ingrandirla




Se qualcuno avesse qualche dubbio sulla mia formazione sulla Pace, eccolo servito.
Molti di voi non lo conoscono, tantissimi altri conoscono questa figura immensa.
Io mi sento un eletto e fortunato sportivo, grazie al Pattinare ho potuto conoscere e ammirare uno dei Santi del nuovo millennio.
Don Tonino con la figura di Padre Pio sarà sicuramente l'icona più importante della Puglia degli anni 2000.

Le frasi sulla Pace di Don Tonino, resteranno fisse ed immutabili nella mia mente.
La fiaccolata sui pattini dove era sempre presente, era il momento più bello della stagione, tutti eravamo ansiosi di ascoltare i suoi discorsi di SPORT E PACE.

Grazie Don Tonino.

Nato ad Alessano (Lecce) il 18 marzo 1935, Antonio Bello rimarrà sempre, anche quando sarà Vescovo,” don Tonino.

Nel 1982 viene nominato Vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi e nel 85, presidente di “Pax Christi”.

Comunione, evangelizzazione e scelta degli ultimi sono i perni su cui svilupperà la sua idea di Chiesa (la “Chiesa del Grembiule”) Lo troviamo così assieme agli operai delle acciaierie di Giovinazzo le AFP in lotta per il lavoro, insieme ai pacifisti nella marcia a Comiso contro l’installazione dei missili, insieme agli sfrattati che ospiterà in episcopio (“Io non risolvo il problema degli sfrattati ospitando famiglie in vescovado. Non spetta a me farlo, spetta alle istituzioni: però io ho posto un segno di condivisione che alla gente deve indicare traiettorie nuove,insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella scarpa.).

Rinuncia ai “segni di potere” e sceglie il “Potere dei Segni”: nascono così la Casa della Pace, la comunità per i tossicodipendenti Apulia, un centro di accoglienza per immigrati dove volle anche una piccola moschea per i fratelli Musulmani.

L’inevitabile scontro con gli uomini politici si fa durissimo quando diventa presidente di Pax Christi: la battaglia contro l’installazione degli F16 a Crotone, degli Jupiter a Gioia del Colle, le campagne per il disarmo, per l’obbiezione fiscale alle spese militari, segneranno momenti difficili della vita pubblica italiana. Dopo gli interventi sulla guerra del Golfo venne addirittura accusato di incitare alla diserzione.

Eppure c’è stata sempre una limpida coerenza nelle sue scelte di uomo, di cristiano, di sacerdote, di vescovo. E’ stato così coerente da creare imbarazzo perfino in certi ambienti, compresi quelli curiali: sapeva di essere diventato un vescovo scomodo.

Ma la fedeltà al Vangelo è stata più forte delle lusinghe dei benpensanti e delle pressioni di chi avrebbe voluto normalizzarlo.

La marcia pacifica a Sarajevo, di cui fu ispiratore e guida, sebbene già malato, rappresenta la sintesi epifanica della vita di don Tonino: partirono in 500 da Ancona il 7 Dicembre 1992, credenti e non, di nazionalità diverse uniti dall’unico desiderio di sperimentare “un’altra ONU”, quella dei popoli, della base. Nel discorso pronunciato ai 500 nel cinema di Sarajevo dirà: ”Vedete, noi siamo qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva .
Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà .
Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati”.

Pochi mesi dopo, il 20 aprile 1993, consumato da un cancro, muore senza angoscia e con grande serenità.


Per saperne di più :

http://www.giovaniemissione.it/testimoni/bello.htm


http://www.dontonino.it/Inizio.html

martedì 23 settembre 2008

QUESTO E' L'HOCKEY CHE VORREI VEDERE

venerdì 19 settembre 2008

SPORT E PACE






Ciao a Tutti e ben ritrovati,
era un po' che non aprivo il mio Blog, purtroppo gli impegni Famigliari , il lavoro e le tanto agognate ferie mi hanno tenuto lontano da questo mio progetto.
La nuova stagione sportiva si è inaugurata, e più che di risultati sportivi di eccellenza, si parla sempre più di violenza nello sport.
Sembra ormai che il binomio Sport Violenza faccia tendenza.
Come ho avuto modo di scrivere in un post sul sito di Hockey pista,
per sconfiggere la violenza secondo me tutti quanti dobbiamo riscoprire i valori sacri della FAMIGLIA.
Il concetto di Famiglia va fatto valere non solo a casa, ma anche nell’associazionismo sportivo , in quello culturale e in quello religioso.
La società sportiva va intesa come Famiglia è quindi veicolo di cultura ed educazione.
Nell’ultima mia esperienza sulla panchina del Molfetta, uno dei miei obiettivi fu quello di educare i tifosi e la mia squadra.
Come primo passo incontrai il capo ultrà e gli consegnai un manifesto da affiggere sul muro della tribuna dove gli ultras incitavano la mia squadra, lo stesso feci con la mia squadra, affissi nello spogliatoio un manifesto che riportava le considerazioni di Damiano Tommasi tratto dall’agenda di “ Comportamenti di Pace “
Vi allego cosa era scritto sul manifesto, a Voi i commenti.
Saluti
Michele Poli

SPORT E PACE di Damiano Tommasi
(tratto dall'agenda "Comportamenti di Pace" a cura di Massimo Paolicelli - edizione 2000)

Le pagine sportive si confondono sempre più con le pagine di cronaca nera!
Gli scontri tra tifoserie che fanno seguito alla maggior parte delle partite di calcio, i 5.000 e più poliziotti smobilitati ogni domenica per prevenire conseguenze più gravi, le decine di morti che negli ultimi anni ci siamo ritrovati all'interno o all'esterno dei campi di gioco. Sono segnali chiari della violenza che direttamente o indirettamente coinvolge lo sport.
Il calcio in Italia è l'imputato principale ma, purtroppo, anche altre discipline sono tristemente coinvolte. Lo sport, quindi , deve dare un messaggio di pace.
Lo sport è un importante strumento educativo ed in tal senso deve essere sviluppato.
Gli sportivi sono esempi che i giovani vogliono imitare e per questo devono sentirsi responsabili dei loro comportamenti.
Purtroppo la cultura sportiva non è adeguatamente sviluppata.
Nella società odierna non si sa perdere!
Non si accetta la sconfitta e di conseguenza di esaspera il bisogno di un risultato positivo.
Chi non vince, sia nel ciclismo che nel calcio, sia nell'atletica che nello sci, è un fallito!
Non importa come hai perso, sei un fallito!
Non si distinguono più persone con valori positivi o negativi ma semplicemente vincenti o perdenti.
Lo sport dovrebbe insegnare proprio a perdere: tutti gli atleti che si accingono a disputare una gara sanno che possono vincere e possono perdere ma, allo stesso tempo, non accettano in nessun modo la sconfitta.
Le conseguenze più gravi di tutto questo sono le reazioni istintive, violente, esagerate che si hanno ogniqualvolta ci si sente imbrogliati, derubati, o in qualche modo danneggiati da arbitri, avversari o chissà chi.
Considerata la grande diffusione dello sport nella società, è compito di tutti adoperarsi affinché l'attività sportiva rimanga strumento per l'educazione a valori quali la lealtà, l'onestà, il rispetto. Nessuno si deve sentire impotente di fronte ad un fenomeno che direttamente o indirettamente ci coinvolge tutti.
Dal dilettante al professionista, dal principiante al campione dal più giovane al più esperto, chiunque può e deve giocare "pulito".
"Pulito" significa nel pieno rispetto delle regole, con lealtà, con rispetto per l'avversario e soprattutto riconoscendo i propri limiti.
Una sana cultura sportiva va costruita giorno per giorno, ogni occasione è buona per imparare a giocare, a praticare uno sport in un modo diverso.
Saper perdere!
Questo è il più grande insegnamento dello sport. Impegnarsi con tutte le proprie forze per vincere ma accettare l'eventuale sconfitta.
Interessi economici e finanziari, diritti televisivi e sponsor esigenti non si armonizzano con le regole dello sport.
E' questo contrasto evidente che crea esagerazione, rabbia frenesia, impazienza e tensione che sfociano inevitabilmente in episodi di violenza.
Chiunque, perciò, può, nel suo piccolo, accostarsi allo sport in un modo nuovo o, se vogliamo, in un modo più vero per far crescere una sana cultura sportiva.
Cosa fare?
Gli atleti, quindi, sono l'esempio da seguire.
Giocare e gareggiare nel rispetto delle regole, degli avversari e degli arbitri, rendendosi conto delle responsabilità che hanno, è fondamentale.
Se io protesto vivacemente "autorizzo" il pubblico a prendersela con l'arbitro; se io reagisco violentemente ad una scorrettezza dell'avversario sarò imitato dal pubblico nei confronti dei tifosi della sponda opposta; i comportamenti di pace nello sport sono dunque quelli che tendono a smorzare polemiche, reazioni violente e inutili.
Addetti ai lavori sono chiamati a diffondere sempre più la cultura della sconfitta.
Non si può vincere solo per evitare una perdita economica!
Non si deve esasperare la corsa ad un risultato esclusivamente positivo. Mass-Media. Giornalisti, cronisti, opinionisti devono avere più coscienza del loro ruolo.
Criticare aspramente arbitri, atleti, dirigenti non fa che provocare reazioni più o meno violente nei confronti di queste persone.
Ecco, considerare il tifoso, l'atleta, l'arbitro, il dirigente come persona che ama, sogna, ha una famiglia, piange, ride, lavora, pensa, riflette e, per questo, può sbagliare deve essere il compito dei mass- media.
Per far questo e per limare quella spigolosità nelle discussioni, sarebbe utile evitare di far uso di vocaboli quali cecchino, bomba, cannonata, fallo assassino, corsa della vita, salita massacrante, errore da suicidio, giocare alla morte (n.b. i giornalisti di TELE+ si stanno impegnando in questo senso).
Infine, gli appassionati, sono chiamati ad accostarsi allo sport non dimenticando che sono di fronte sempre e comunque a delle persone come loro, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Allenarsi giorno per giorno ad accettare la vittoria e la sconfitta come parte del gioco e perciò evitare qualsiasi reazione istintivamente violenta.
Damiano Tommasi

martedì 5 agosto 2008

Benvenuti a Giovinazzo

Buone Vacanze 2008


mercoledì 23 luglio 2008

HOCKEY = PASSIONE

Mi sembra doveroso pubblicare questa lettera aperta del mio caro amico Adriano.
Un ragazzo stupendo con la passione dello sport e del giornalismo sportivo.
Grazie Adriano per le parole scritte, il nostro movimento ha bisogno della tua penna, ha bisogno delle tue cronache, ha bisogno della tua persona.
Ti auguro quanto prima di ridiventare presto l'addetto stampa di una società di Hockey.




Per me la parola Hockey significa passione.

Si, passione, amore, entusiasmo, voglia di vincere, di lottare.

Per me l’hockey rappresenta l’emozione dei momenti che anticipano una gara, significa la trepidazione prima di un rigore, significa la gioia di un gran bel gol…e purtroppo la tristezza per una pallina che di pochi centimetri rimette tutto in discussione.

L’Hockey non può che essere spirito di gruppo, sacrificio costante ma sempre con il sorriso, la sete insaziabile di conoscenza di uno sport, a volte, a primo impatto ostile ma che poi si trasforma in un amore infinito, eterno, invincibile.

Ho conosciuto l’Hockey su pista quando avevo circa 10 anni. Allora nella mia testa c’erano soltanto Van Basten, Gullit, Maldini unici eroi dello sport preferito.

Andavo ogni sabato sera a vedere le partite dell’Hockey Club Molfetta accompagnando mio nonno, appassionato fin dentro le ossa di hockey. All’inizio la voglia non era tanta, lo facevo per non deludere il nonno e come scusa per rimanere a dormire da loro.
Ma poi partita dopo partita, quello sport mi affascinava sempre di più: gli scatti, i colpi di puro talento, le giocate di classe….come dimenticare quei momenti.
Van Basten c’era sempre (come cancellarlo d’altronde…!!!) ma con lui iniziavano ad affacciarsi quei ragazzi in completo bianco-rosso che pattinavano come ossessi dietro una pallina sospinti da un pubblico caloroso.

Anche io mi ero ammalato: si della famosa e letale “Febbre del Sabato Sera”.

Da allora con mio nonno anche durante la settimana parlavo di hockey e mi divertivo con lui ad immaginare la prossima partita sicuri della vittoria dei fantastici ragazzi molfettesi.

Poi la malattia di mio nonno e la sua impossibilità di venire a vedere quelle partite di cui non si era perso neanche un minuto. E allora andavo io solo al Palazzetto e il giorno dopo gli raccontavo tutte i momenti salienti delle partite con i gol del Cinese Spadavecchia e la grinta del capitano De Robertis.

L’ultima volta che ha avuto al forza di uscire di casa è stato un sabato sera in cui mi chiese il favore di accompagnarlo. Che emozione, che ricordi!

Ma mai avrei immaginato,qualche anno dopo,di ritrovarmi a scrivere sull’Hockey assumendo un ruolo attivo ed entrando da quelle porte (lato spogliatoio) che da piccolo erano per me un sogno e nello stesso tempo un limite invalicabile.

L’Hockey Club Molfetta è diventata così la mia casa diventandone addetto stampa e vivendo giorno per giorno le emozioni di questo sport.

Ed ecco seguire gli allenamenti in compagnia del fantastico allenatore Michele Poli e fare le prime trasferte.

Che bei momenti: i derby con il Giovinazzo, le battaglie di un anno sportivo indimenticabile dove ho avuto l’onore e l’onere di raccontare tramite articoli quei momenti.

E poi chi lo dimentica il 1°Aprile 2006 con la fantastica promozione in A1 in una serata che mai nessuno cancellerà dai nostri cuori.

E come le belle favole, la storia personale con l’Hockey ha avuto un momento in cui si è interrotta, o meglio assopita….ma le grandi storie d’amore non finiscono mai veramente.

L’hockey lo seguirò sempre e mi farà emozionare come la prima volta, tanti, tantissimi anni fa.

E sarà grazie a Bum-bum Turturro, al Mago Michele Poli, a De Robertis, De Pinto, “mazza di tuono” Persia, il killer Lezoche, Agrimi, Spadavecchia se oggi accanto a Kaka, Pirlo e Gattuso ci sono i fratelli Bertolucci, Sergio Silva e i fratelli Michelon.
Adriano Nappi

venerdì 11 luglio 2008

E' giusto scrivere, EL GORDO GIUSTAMENTE DENUNCIATO DA AMICI

Questo è il titolo che molti giornali sia stampati che on-line riportano

**Victor: "Ero strafatto ho ucciso Federica"**El Gordo arrestato a Tarragona, tradito da amici che hanno chiamato la polizia

Resto sempre più esterefatto da quello che sento e leggo, mi considero un meno che mediocre SCRITTORE , ma credo che quello che riporto sia comprensibile.
Ho sempre con tutti scherzato sulla famosa barzelletta di Pierino e la maestra:
-Maestra, sono caduto o ho caduto...sempre in terra mi son trovato.
Amici miei, non posso assolutamente accettare che si scriva o si dichiari che El Gordo è stato TRADITO da amici.
Una dichiarazione del genere la considero una sana e pura lezione di omertà.
Io , un mio amico che dovesse compiere un gesto del genere lo denuncierei immediatamente , mandandolo ai lavori forzati e al carcere duro.
Altro che tradimento , io gli Amici di questo assassino li propongo per una medaglia.
Dico a tutti quelli che hanno usato questo termine:
chiedete umilmente scusa per averli chiamati Traditori.

lunedì 9 giugno 2008

Pan per focaccia alla Telecom e i teleimportunatori

Carissimi amici,
sicuramente nessuno di Voi può dichiarare di non aver mai subito da parte di Telecom e altri gestori telefonici , telefonate a tutte le ore della sera e della mattina.......anzi quasi sempre mentre siete a tavola, sia a pranzo che a cena, o peggio, nel fine settimana quando si è intenti a schiacciare il tanto desiderato pisolino pomeridiano.
Se ci comportassimo da clienti esemplari , forse questa tortura un giorno finirà!
Qui in basso vi riporto un esempio di botta e risposta Tra Telecom e Cliente che potrebbe mandare in tilt i nostri rompiscatole:

In Rosso: l’operatrice Telecom In Nero: Un cittadino esemplare

Pronto? - Buon Giorno, è Lei il titolare della linea? - Sí, sono proprio io

Mi può dire il suo nome, per favore? - Giuseppe Luigi

- Signor Giuseppe Luigi, la chiamo dalla Telecom per offrirle una promozione che consiste nella installazione di una linea addizionale in casa sua, con la quale lei avrà diritto a...

Mi scusi se la interrompo, Signorina, però, esattamente chi è lei? - Il mio nome è Silvina Maciel, della Telecom e stiamo chiamando...

Da quale telefono mi chiama? Nel display del mio telefono compare “NUMERO PRIVATO" - Il mio interno è il 1004

Per quale Ufficio Telecom lavora? - Telemarketing Attivo

Allora con tanto dispiacere dovrò mettere giù, perchè non ho la certezza di parlare con una lavoratrice della Telecom - Però io le posso garantire...

Veda Silvina, ogni volta che io chiamo la Telecom, prima di poter iniziare qualsiasi reclamo, sono obbligato a fornire i miei dati a tutta una legione di impiegati...! - Sta bene, Signore, il mio numero di matricola è il 34591212

- Un momento mentre lo verifico, non stacchi, Silvina... (Due minuti)

Un momento per favore, tutti i componenti in casa in questo momento sono occupati... (Cinque minuti)

- Signore? - Un momento ancora per favore.....

Però... Pronto Signor...! - (Nessuno le presta attenzione …..)?????

Sí Silvina, grazie per l’attesa, i nostri sistemi sono un po’ lenti oggi... Quale era il motivo della sua chiamata? - La chiamo dalla Telecom, stiamo chiamando per offrirle la nostra promozione “Linea Addizionale”, con la quale lei ha diritto all’uso di un’altra linea a costo molto conveniente. Lei Sarebbe interessato Giuseppe Luigi?

Silvina, desidero parlarne con mia moglie, che è la responsabile della sezione acquisti prodotti tecnici della casa; per favore, attenda, non metta giù. (Giuseppe Luigi posiziona l’auricolare del telefono davanti ad un lettore digitale e mette il CD di Caribe Mix 2004 con il Repeat attivato)

Dopo due MINUTI!!!, la moglie prende la cornetta telefonica - Perdoni l’attesa, mi può dire il suo numero telefonico poichè nel display del mio telefono appare soltanto "NUMERO PRIVATO". - 1004

Grazie, Con chi sto parlando? - Con Silvina

Silvina chi? - Silvina Maciel (con una certa irritazione nel tono di voce)

Qual’è il suo numero di matricola quale lavoratrice dipendente di Telecom? - 34591212 (ancor più irritata)

Grazie per l’informazione, Silvina, in che cosa possò esserle utile? - La chiamo da Telecom, stiamo chiamando per offrirle la nostra promozione “Linea Addizionale”, con la quale lei avrà diritto ad un’altra linea. Sarebbe interessata?

Desidero introdurre la sua domanda nel nostro programma dei Nuovi Acquisti e fra alcuni giorni noi prenderemo contatti con lei. Posso annotare il numero di accettazione al programma per favore?... Pronto?, Pronto? - TU...TU...TU...TU...

Per favore, fate circolare questo post fra tutti i vostri amici ed in particolare a quelli che lavorano nelle aziende di servizio, uffici, banche, ecc.. LA VENDETTA È DOLCE!!!

martedì 20 maggio 2008

Le Foto della solidarietà per Luca Mongelli




Carissimi amici,


alla manifestazione Corrincittà 2008 sicuramente mi avete visto intento a scattare foto a tutti i presenti, atleti e non atleti.


Pubblico qui le foto con l'intendo di venderle e poter ricavare beneficienza in favore di Luca.
Potete verificare sulle slide in rotazione le vostre foto.


Invierò le foto ad alta risoluzione a tutti quelli che effettueranno un bonifico a favore di Luca Mongelli .


Il sogno di Luca è di tornare a camminare con le proprie gambe e a guardare i volti e i colori con i propri occhi...
Per fare la tua offerta segui queste coordinate, il bonifico è gratuito come oggetto del Bonifico scrivete FOTO CORRINCITTA'.


Inviatemi una e-mail all'indirizzo michelepoli.mp@libero.it gli estremi del bonifico e l'elenco dei file dove siete ritratti (a breve sarà pubblicata la lista delle foto), vi girerò le foto sulla vostra casella di posta elettronica.


:: conto corrente bancario ::
per i tuoi bonifici:
IBAN:
IT35 R010 1041 3830 4140 0000 068
BIC:

IBSPITNA

Intestazione a favore di Luca Mongelli


Il sogno di Luca è di tornare a camminare con le proprie gambe e a guardare i volti e i colori con i propri occhi...e magari le nostre foto

lunedì 12 maggio 2008

Corrincittà 2008 per Luca Mongelli

Carissimi amici,
come avevo promesso a molti di voi , appena possibile pubblicherò sul Blog tutte le foto dei partecipanti e i presenti alla manifestazione "Corrincittà" tenutasi per le vie di Giovinazzo domenica 11 maggio 2008.
Purtroppo dei problemi tecnici stanno ritardando il lavoro.
Approfitto per ringraziare tutti i gli atleti che hanno partecipato alla gara di solidarietà e gli organizzatori della mini maratona.

Chiaramente gli Amici di Luca Mongelli , continueranno la loro gara di solidarietà e vi aspettano tutti Sabato 17 maggio allo stadio Paolo Poli di Molfetta , potrete assistere alla partita del cuore con in campo la squadra di Mudù, lo staff di Radionorba e tanti altri personaggi.
Per ulteriori informazioni collegatevi al sito degli amici di Luca Mongelli

Un abbraccio a Tutti e vi aspetto sul Blog per visionare le foto della manifestazione.

news
Una nuova Escursione sulla Murgia , organizzata dagli amici del Gruppo Speleologico di Ruvo.
Pubblico integralmente la mail ricevuta dagli organizzatori.
From: Gruppo Speleo Ruvo <http://wpop7.libero.it/cgi-bin/webmail.cgi?Act_V_Compo=1&mailto=gruppospeleoruvo@yahoo.it&ID=It7NWAFV6qjQkNxDd2BoEx7bFsZRMArOSq2tlRjwYPDkGwr&R_Folder=aW5ib3g=&msgID=476&Body=0>Date: 2008/5/16
Subject: Escursione per LucaTo: http://wpop7.libero.it/cgi-bin/webmail.cgi?Act_V_Compo=1&mailto=amicidiluca@gmail.com&ID=It7NWAFV6qjQkNxDd2BoEx7bFsZRMArOSq2tlRjwYPDkGwr&R_Folder=aW5ib3g=&msgID=476&Body=0Cc: lucamongelli@gmail.com

Cari amici e familiari di Luca,
Come avevamo promesso dopo la discesa di San Nicola dalla torre di Terlizzi, abbiamo dedicato la prima escursione di questa primavera a Luca, per contribuire, con l'utile ricavabile, alla sottoscrizione in corso.
Allego il pieghevole con la presentazione dell'iniziativa, che abbiamo diffuso tra i nostri conoscenti e in alcuni abituali punti di adesione. Lo stesso lo abbiamo inviato ai siti come bitontolive, coratolive etc., oltre che giovinazzo.it, però, tranne alcuni, molti non hanno ancora pubblicato l'informativa (nemmeno giovinazzo, credo).
Si tratta di una passeggiata naturalistica guidata da esperti, non troppo faticosa (13 km); anche voi potreste inoltrarlo a potenziali interessati.
Inoltre, cosa fondamentale, ci farebbe piacere avere Luca e qualcuno di voi tra i presenti, nei tempi e luoghi che preferite. Per esempio, all'arrivo alla Torre dei Guardiani, dove potremmo agevolare la sua visita per far sentire la solidarietà dei presenti anche con la discrezione che non mancheremo consigliare.
Fateci sapere quanto prima se ritenete che questo sia possibile, possibilmente anche telefonandoci al numero sotto indicato.
Saluti a nome di tutti i soci
Vincenzo GRUPPO SPELEOLOGICO RUVESE Via Romanello, 3170037 Ruvo di Puglia (Ba)
E-mail: gruppospeleoruvo@yahoo.it
N.B. Il nuovo sito Web è in costruzione (http://www.speleomurgia.it/).
Alcune pagine su di noi le trovate nel sito amico:http://wpop7.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=4/nEIHDOz8OzAvt1M09E7Gt1iE2LYxJZNvVB7idDMctiOMJN8F%2BiPznzHABJgQrA&Link=http%3A//www.coloridellamurgia.it/pagine_indice/pietra.htm

lunedì 21 aprile 2008

Aggiungi un posto a tavola che c'è un "Amico" in più



Spontanea può sorgere la domanda:


Ma Pattinare sul Web non si prefigge la promozione dello sport a rotelle?

Certo che si, ma non solo.

come già qualcuno saprà, da settembre 2007 faccio parte del Comitato "Amici di Luca Mongelli".

La vostra curiosità farà sicuramente sorgere una nuova domanda:

Ma chi è Luca Mongelli?

Luca figlio di amici è un bambino stupendo .

Circa cinque anni fa ha subito una vile aggressione, da parte di persone rimaste impunite.

Fino al 2002 ha vissuto in Svizzera a Veysonnaz con la famiglia perchè il papà lavora in Svizzera. Il 7 febbraio di quell'anno, mentre giocava con il suo cane dopo la scuola, venne aggredito a colpi di bastone e abbandonato nudo tra la neve.

Lo ritrovò Tina la sua mamma, sulla neve, gelido e privo di conoscenza.

Rimase in coma per tre mesi e mentre i dottori comunicavano che non ce l'avrebbe mai fatta lui si svegliò e venne fuori dal coma !

Riaprì gli occhi , ma dovette fare i conti con la dura realtà.


Collegandovi al link, potrete scoprire il resto della storia e le iniziative che per lui abbiamo organizzato

http://www.amicidilucamongelli.com/pagine/pagine%20specchietti/amici.html

Ieri sera presso il Teatro comunale di Bisceglie (BA),

s'è tenuta in seconda serata uno spettacolo di beneficenza, per raccogliere fondi per la causa di Luca.
Con questo post voglio ringraziare lo staff del Setticlavio, persone stupende, preparatissime dal punto di vista artistico ed encomiabili dal punto di vista della solidarietà.
Le foto saranno pubblicate quanto prima su di una slideshow, buona visione

mercoledì 16 aprile 2008

Gli anni d'oro dei GIOCHI DELLA GIOVENTU'

Anonimo ha detto...
avrei voluto votare per chi aveva nel programma una voce dedicata all'incremento degli spazi per lo sport giovanile, per l'inserimento di attività sportive a scuola

NON A PAGAMENTO, perchè son sempre più convinta che chi investe nelle strutture d'aggregazione per i giovani, si risparmia tante spese di assistenti sociali...ma non ho trovato nessuno, così sono andata a votare con lo stesso spirito di uno che deve decidere fra un calcio nei xxx e uno nel xxxx


Buongiorno a tutti,
per questo post , traggo spunto dalla risposta anonima su riportata.
Premetto che il mio Blog vuol essere apartitico, le parole dell'amico/a mi hanno colpito molto, vi spiego perchè.
Qualche giorno fa, ero intento a riordinare le mie cose , ho ritrovato un vecchio diploma che attesta che fui terzo classificato in una gara studentesca dei Giochi della Gioventù.
E' stato molto emozionante ricordare insieme a mia moglie ( anche Lei ex atleta giovanile) i bei momenti passati durante le gare studentesche dei Giochi della Gioventù.
Si andava sui campi sterrati o sulle piste d'atletica e si passavano momenti di gioia , sensa l'assillo di dover vincere a tutti i costi una gara.
Ricordo gli stand dell'esercito dove venivano dispensate le bibite calde, la cioccolata, le gallette e il professore di Educazione Fisica che filava le sue colleghe .
L'Esercito durante le manifestazioni, anzichè partire per l'Afganistan , era intento a propagandare la diffusione della cultura del movimento e l’acquisizione di stili di vita attivi ed abitudini alimentari corrette.
La cosa più bella era vedere i professori che facevano finta di essere interessati al risultato delle gare ,ma sapevano che l'obiettivo primario era di proporre occasioni di partecipazione per tutti i ragazzi di ogni classe, soprattutto per i meno attivi, avvicinandoli alla pratica sportiva in modo divertente, coinvolgente e motivante... l'obiettivo secondario essere riuscito a spuntare un appuntamento con la collega dell'Istituto del paese limitrofo.
Ora non posso dilungarmi, ma spero che qualcuno continui l'argomento :
Progetto Scuola Sport
passato, presente e futuro

per chi volesse saperne di più può collegarsi al link:
http://giochidellagioventu.coni.it/index.php?id=86&no_cache=1

a presto
Michele Poli

giovedì 10 aprile 2008

ELEZIONI POLITICHE 2008

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

Mi hanno presentato questo sito, lo ritengo molto utile specialmente per i famosi "indecisi"... che magari votano per uno simpatico senza sapere che la pensa molto diversamente da loro.
Su questo sito potrete scoprire quanto siete vicini o lontani da chi vorreste votare.
In breve, hanno fatto 25 domande precise ai vari partiti/liste/altro, e le stesse domande le fanno a voi.
In base alla risposta, con semplice calcolo matematico, il sito mostra un grafico con le distanze o vicinanze di tutti gli schieramenti.
Altra cosa simpatica, è che la risposta va da molto contrario a molto favorevole passando per poco e tendenzialmente pro o contro.
Tale possibilità, guardando nella pagina dello schema generale, fa vedere come alcuni partiti abbiano su molte domande, posizioni centrali, della serie...
Ni, il che vuol dire che nulla faranno su quel tema a parer mio.
Almeno se uno dice molto no o molto si sa come la pensa e che cosa farà...
P.S. sito non collegato a nessuno schieramento, neutrale ed asettico.
Vi invito a visitarlo

martedì 8 aprile 2008

05 maggio 2008 SCHEGGE DI HOCKEY PISTA : afp Giovinazzo (2) toyota Valdagno (3)

Inizio con handicap, Nicolia porta subito in vantaggio il Valdagno.

Siamo già sotto 0 -1.

Il capitano Angelo De Palma riporta in parità una partita da non perdere.

Ok 1 - 1

il tifo degli Ultras , il vero valore aggiunto.

Angelo De Palma cerca il vantaggio, con una conclusione a rete in palleggio aereo.

I magici Ultras non mollano e ci sostengono

Peccato si spreca un contropiede tre contro tre.

Chiaramonte sale in cattedra, con un passo di Tango argentino ipnotizza sul dischetto del rigore il connazionale Nicolia.

Con un caschet ,para l'insidioso tiro e salva la porta biancoverde.

Vallortigara non vuol essere da meno del portiere Argentino, para abilmente un rigore che potrebbe dire vantaggio per Il Giovinazzo.

Dal dischetto falliamo una buona chance ,Un preciso tiro rasoterra dello specialista Lezoche viene deviato con il guanto destro.

La partita si infuoca, le prese in area ormai sono l'unico baluardo difensivo.

La temperatuta è quella giusta, per la squadra nata dalle fucine delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi si potrebbe anche forgiare il lingotto della salvezza

Il Valdagno ci teme, decide per un possesso palla ben gestito dai palleggiatori Nicolia e Cocco.

Si fa sempre più difficile

E' ora di scardinare la difesa del Valdagno, ci prova Raffaele Altieri.

Sul suo tiro a rete non siamo lucidi nel riprendere la palla di rimbalzo e si brucia un'altra occasione, peccato ci stiamo provando.

Il gol è giusto che arrivi, ma Vallortigara sembra aver eretto un muro tra quei pali.

Ci proviamo in tutti i modi, la fanno da padrone solo i due portieri.

Complice la scarsa precisione degli attaccanti.

E' il momento della baruffa.

Dicono che: una vera partita se non ha baruffa fa la muffa.

Ci pensano Lezoche e Vallortigara a ravvivare i fuochi.

Giusta la decisione dell'arbitro Galoppi, tutti e due gli atleti sono espulsi con cartellino Blu.

Il cronometro scorre senza tregua, sembra l'assalto a forte Apache.

Antonio Turturro si procura un giustissimo rigore, purtroppo Lezoche tira centralmente.

Sfuma così l'ultima possibilità di pareggiare una gara dove la parità era il risultato più giusto.

Ma non spaventiamoci, sarà più bello conquistare la meritata salvezza sulla pista di Castiglione.

Forza ragazzi e in bocca al lupo per Sabato prossimo

mercoledì 19 marzo 2008

LE CARATTERISTICHE DI UN BUON EDUCATORE-ALLENATORE

L'allenatore del Settore Giovanile oltre a possedere attitudini innate, deve essere in possesso di un costante equilibrio emotivo, arricchito dall'ottimismo, dall'umorismo e dallo spirito lieto.
Inoltre non deve avere mai atteggiamenti di ansietà, di malumore, d'intolleranza e di sfiducia.
Solo con la consapevolezza che il Bambino non pensa meno, non pensa in maniera più povera, non in modo peggiore degli adulti , ma che egli pensa solo in maniera diversa,

potrà aprire le porte dell'insegnamento dei giochi sportivi per i giovani.
Da non dimenticare che queste qualità devono essere accompagnate da una buona formazione di base e una grossa volontà di aggiornamento.

martedì 18 marzo 2008

NON SOLO SPORT, GESU' OGGI ENTRA IN GERUSALEMME: 16 marzo 2008 domenica Delle Palme.

Il mio vuol essere un Blog che parli soprattutto di Sport, ma la cultura occidentale farebbe meglio a riscoprire i valori religiosi che il nostro Signore Gesù ci ha dettato.
La riscoperta dell'associazionismo sicuramente può essere la svolta per i nostri figli e per la nostra cultura.
Quando parlo di associazionismo non intendo solo quello sportivo, ma anche quello religioso, quello culturale, ecc.
Domenica scorsa ho accompagnato i miei figli alla bellissima benedizione delle Palme d'ulivo, ringrazio Don Beppe e i suoi collaboratori per aver organizzato questa cerimonia, dedico Loro e a tutti i fedeli della Parrocchia Sant'Agostino questo Post.



Pubblico a ritroso le foto dell'evento , per onorare l'Altare Maggiore.
Approfitto per ricordare a Tutti che continua la raccolta fondi per il restauro della Cupola della chiesa , a Pasqua acquistiamo un uovo di cioccolata in meno ai nostri bambini e aiutiamo la chiesa per la raccolta dei fondi e riportare la luce sulla croce di Sant'Agostino

















I Popoli narrano la Sapienza di Gesù


venerdì 14 marzo 2008

Cinque regole d'oro - Educatore sportivo: consapevolezza del ruolo - di Lucia Todaro

Quante volte abbiamo ricordato a noi stessi e ai nostri giovani atleti che lo sport è una palestra di vita?
Mi pare che oggi i nostri atleti ci chiedano di più... che abbiano bisogno di relazioni significative con l'educatore sportivo, quale figura di riferimento significativa.
Dall'adulto, e adulto competente, si aspettano capacità di direzionalità e di contenimento, di chiarezza nelle proposte e di verifica degli obiettivi.
Il ruolo di allenatore ci porta a scegliere, dunque, uno stile educativo personale ed efficace: l'obiettivo è di trovare modalità adeguate per accompagnare i ragazzi nella loro crescita.
Chi vuole educare deve conoscere e amare i propri atleti; deve progettare per loro un percorso di potenziamento e valorizzazione del benessere globale della persona e del gruppo.
Lo stile ottimale non è costituito da regole, non esistono ricette pedagogiche efficaci!
Sarà vincente l'atteggiamento che si prefigge alcuni essenziali obiettivi e li persegue con continuità e flessibilità, affrontando la fatica e gli imprevisti che l'evoluzione psicologica della persona e del gruppo contengono. Occorre dunque:

1. Individuare l'interesse
Spesso la scelta della disciplina sportiva avviene in funzione di criteri inizialmente comuni: il pediatra consiglia l'attività fisica per favorire la crescita e la buona salute, l'insegnante affinché il ragazzo "scarichi le tensioni emotive", il genitore in funzione dell'interesse per uno sport o della necessità di trovare metodi "sani e utili" per occupare il tempo libero dei figli.
E l'atleta?
Il bambino ha una propensione, naturale o indotta, per lo sport, il movimento, il gioco e l'appartenenza ad un gruppo-squadra.
È importante che l'educatore sportivo sappia individuare la causa di avvicinamento allo sport di ogni ragazzo; dalla motivazione di ciascuno potrà trarre spunti per rispondere ai bisogni reali e garantire, così, un adeguato grado di soddisfazione.

2. Insegnare la tecnica
Il buon allenatore ha l'esperienza e la conoscenza necessarie per spiegare, far sperimentare, allenare e verificare i risultati di ciò che insegna della propria disciplina.
L'educatore sportivo ha, inoltre, la capacità di usare metodologie di allenamento e modalità di insegnamento che tengano conto dell'età, dell'originalità e delle aspettative di ogni atleta e di tutta la squadra.
Se non si vuol ridurre il proprio compito al solo "addestrare" bisogna conoscere anche le tecniche dell'osservazione, della programmazione, della comunicazione efficace e della verifica dei progressi del singolo e del gruppo.

3. Infondere la passione
Una delle carte vincenti è la passione per lo sport.
Ogni "fuoriclasse" dimostra di possedere qualcosa in più della preparazione tecnica o dell'esperienza acquisita quando il suo successo è dato dal suo coinvolgimento totale in ciò che fa.
L'educatore sportivo crede nello sport, ama la sua disciplina, spera nella sua squadra; tutte queste emozioni, sorrette da impegno serio e forza di volontà, sono coinvolgenti e trasmettono agli atleti il senso della "bellezza" dello sport.

4. Valorizzare l'impegno
Nell'età evolutiva è essenziale essere sostenuti nell'acquisizione della autostima.
Ogni risultato positivo consente al giovane atleta di percepire il successo come una tappa di crescita ed evoluzione che lo gratifica e rende, passo dopo passo, sempre più sicuro di sé.
Se l'adulto che educa sottolinea e fa riflettere non solo sui risultati ma anche sull'impegno, lo sforzo e la costanza con cui ogni ragazzo affronta lo sport, ottiene una maggiore efficacia dello stimolo alla stima di sé.
Valorizzando l'impegno si accentua la fiducia e la sicurezza e si aiuta ad avere una conoscenza equilibrata delle proprie potenzialità.

5. Testimoniare il valore
Si dice che l'esempio valga più di tante parole. In parte ciò è vero per il ruolo dell'educatore sportivo.
Chi crede nel valore di ciò che insegna lo manifesta con la propria personale testimonianza di competenza, impegno, passione...
Occorre però anche saper rendere ragione dei princìpi e degli ideali che animano l'attività educativa.
Saremo educatori credibili solo se ci crediamo davvero! E diverrà più semplice trovare il modo giusto, autorevole e costruttivo, per creare un clima dove il ragazzo abbia voglia di crescere!

mercoledì 12 marzo 2008

LA MENTALITA' VINCENTE

La mentalità vincente è quella qualità che influenza in maniera determinante la prestazione psicologica della squadra aiutandola ad ottenere risultati importanti.
Alla base della mentalità vincente di una squadra vi è l'intelligenza del singolo giocatore che sa rendersi conto che è parte importante, ma non indispensabile del gruppo, e che non risparmia le proprie energie, il proprio entusiasmo, la propria forza per aiutare i compagni a raggiungere gli obiettivi predeterminati.
Oltre a giocatori intelligenti OCCORRE POI UN TECNICO PREPARATO, in grado di definire con oculatezza gli obiettivi di prestazione e di risultato che la squadra di volta in volta dovrà cercare di conseguire.

L'allenatore è il supervisore che dovrà garantire unità di intenti e far si che la propria squadra si esprima con massima determinazione.
Le caratteristiche fondamentali di una squadra con mentalità vincente sono:
1. la compattezza del gruppo ed il rispetto dei ruoli da parte di ogni singolo componente
2. il saper affrontare le difficoltà con pazienza, determinazione e convinzione
3. riuscire a perseguire gli obiettivi senza cali di tensione
Cerchiamo di esaminare le caratteristiche sopra delineate.
La compattezza del gruppo ed il rispetto del ruolo, del lavoro ed a volte anche del limite del compagno è una componente fondamentale per costruire una squadra.
Non si può infatti parlare di squadra se alla base non esiste stima reciproca fra i giocatori e la consapevolezza individuale che dal lavoro del compagno trae giovamento ogni singolo giocatore, anche il fuoriclasse.
Dopo essere riusciti a creare un gruppo-squadra, ed il gruppo-squadra LO CREA L'ALLENATORE con il supporto determinante della società, sarà importante definire le caratteristiche mentali che la squadra dovrà dimostrare di avere sulla pista.
Una delle caratteristiche più importanti per vincere campionati o coppe è senza dubbio la continuità.
Ebbene la continuità riesce ad ottenerla la squadra che riesce ad affrontare qualsiasi avversario con la massima determinazione, la massima grinta e la massima intensità mentale.
E' chiaro che non tutti gli avversari, non tutte le partite rivestono per la squadra e per il giocatore la massima importanza (stimolandone conseguentemente l'autostima in modo equivalente), ma riuscire ad esprimere continuità è un obiettivo primario per poter affermare di possedere la mentalità vincente.
Io credo che molti allenatori invece di “dipingere” l'avversario di turno come il più forte del mondo dovrebbero stimolare la squadra verificandone la qualità e la costanza del rendimento mentale.
Non deve essere l'avversario di turno a stimolare il rendimento ma l'obiettivo di voler diventare una squadra continua.
Altra caratteristica fondamentale di una squadra mentalmente forte è la capacità di avere pazienza e impedire che i fattori negativi influenzino in maniera determinante il livello di prestazione.
Una squadra mentalmente forte non deve permettere ad un gol subito, ad una sconfitta, ad una decisione arbitrale contraria di diminuire la stima che ha di se stessa e conseguentemente il livello di prestazione che essa è in grado di produrre.
E' fondamentale però che la squadra abbia un gioco in cui creda e sia abituata ad attuarlo anche e soprattutto quando le si materializzano difficoltà concrete.
Terzo ma non ultimo importante elemento da considerare è la capacità (generata dall'intelligenza) di riuscire a lavorare, sempre, con il giusto entusiasmo, la giusta consapevolezza dei propri mezzi, la giusta umiltà, senza esaltarsi ne deprimersi.
In un due parole la squadra deve avere il giusto grado di tensione.






domenica 9 marzo 2008

HOCKEY SU PISTA - Molfetta e Giovinazzo al minuto di raccoglimento piangono per i suoi 5 eroi del Lavoro della Truck Center


In occasione delle gare di Hockey su pista disputatesi sui campi di Giovinazzo e Molfetta si è osservato un minuto di raccoglimento per i cinque eroi del Lavoro della Truck Center.
Tutta l'Italia piange per i suoi :
Luigi
Michele
Biagio
Guglielmo
Vincenzo


venerdì 7 marzo 2008

LO STRESS NELLO SPORT

Viene definita stress la situazione psicologica generata dalla differenza tra le capacità che l'individuo percepisce come necessarie per portare a termine una determinata azione e quelle che l'individuo percepisce come proprie.
Lo stress può manifestarsi sotto due forme: ansia e noia.
Viene generata ansia quando ciò che siamo in grado di fare non è sufficiente per ottenere lo scopo che ci siamo prefissi o che siamo in qualche modo costretti a conseguire.
Viene generata noia invece, quando le capacità possedute sono notevolmente superiori a quelle che percepiamo come necessarie per portare a compimento l'azione assegnataci.
Lo stress quindi è strettamente correlato oltre che con l'azione che dobbiamo compiere anche con la percezione che abbiamo delle nostre capacità in rapporto a quelle che ipotiziamo come necessarie per il conseguimento dell'azione stessa.
La percezione delle capacità che l'individuo possiede viene definita autostima ed è una componente fondamentale per la salute psico-fisica della persona.
Vediamo adesso di evidenziare alcuni semplici esempi di come nello sport possa essere generato stress.
Lo stress nello sport viene generato ad esempio, dal dover conseguire obbligatoriamente certi risultati, dal dover vincere una certa gara ecc.
A volte è mi capitato di assistere a gare dove una squadra era letteralmente bloccata dalla paura di non riuscire a centrare il risultato, altre volte invece il dover centrare il risultato può stimolare la squadra fino a un punto tale da riuscire a tirar fuori una prestazione straordinaria.
Tutto questo mi induce a pensare che lo stress, sotto forma di ansia, non sia sempre e comunque negativo, ma che tale negatività venga generata nel momento in cui l'individuo, la squadra, si rende conto di non avere più le capacità sufficienti per arrivare allo scopo per il quale sta lottando.
Viceversa avere un obiettivo di non facile conseguimento ma comunque non impossibile stimola sicuramente l'individuo e la squadra a dare il meglio di sè.
Dare il meglio di sè viene anche stimolato dal dover affrontare avversari più forti o situazioni di difficile soluzione che non precludono comunque, anche in caso di risultato negativo o di insuccesso, un decremento dell'autostima individuale o di gruppo.
Sono queste le classiche situazioni in cui la squadra incontra avversari considerati più forti, dove non c'è niente da perdere o dove c'è molto prestigio da guadagnare nel caso in cui si riesca a rovesciare il pronostico.
Se lo stress sotto forma di ansia si sviluppa principalmente a livello professionistico dove c'è una pressione molto elevata su tecnici e giocatori, a livello giovanile occorre stare attenti a non far annoiare i giocatori proponendo esercitazioni sempre varie che aiutino nelllo sviluppo tecnico e allo stesso tempo stimolino l'attenzione, la partecipazione e l'impegno.
La ripetizione continuativa di un gesto tecnico o di uno schema tattico non deve arrivare al punto di annoiare il giocatore o la squadra perchè altrimenti i benefici che deriverebbero dalla ripetizione di un gesto al fine dall'assimilazione di una determinata qualità vengono annullati dalla scadente applicazione da parte del singolo o della squadra.

martedì 4 marzo 2008

RAPPORTO FRA ALLENATORI E GIOCATORI

Lo sport in generale ha subito dei profondi cambiamenti, per esempio nel rapporto fra allenatori e giocatori.
Il ruolo dell'istruttore nel settore giovanile ricopre un importanza sempre maggiore in funzione di una corretta crescita dei giovani giocatori.
Rispetto a pochi anni fa, infatti, si presentano al campo di allenamento ragazzi con esperienze motorie molto ridotte e i motivi di queste carenze sono facilmente individuabili:Aumento delle ore passate a scuola, delle quali solo una minima parte dedicata all'attività motoria.
Nelle grandi città, drastica riduzione degli spazi dove poter giocare liberamente.
Aumento delle ore passate davanti a televisione, videogiochi e computer.
Questa situazione ci deve far capire, perciò, come solo attraverso una corretta attività per ogni fascia di età riusciremo a costruire quel bagaglio motorio, tecnico e tattico che in precedenza veniva acquisito quasi per intero dal ragazzo attraverso il gioco spontaneo.
Oggi i giovani sono più curiosi, più spinti, più svegli e interrogativi.
Per questo bisogna preparare i tecnici ad allargare le proprie conoscenze e passare dal lavoro sul campo alla psicologia, alla fisiologia, alla droga, al doping, ai casi sociali.
Certo, l’educatore di domani avrà sempre con sé una palla e un fischietto.
Ma avrà bisogno di una formazione completa per poter affrontare tutti i problemi sociali, come quello del disgregamento delle famiglie.
Secondo le circostanze dovrà essere educatore, compagno, padre, amico, eccetera.
Non é più sufficiente imporre un’autorità.
Occorre una filosofia, un comportamento e soprattutto avere la volontà di ascoltare e di far passare un messaggio.
Deve essere credibile e difendere i propri valori.
Allora basta con i giochi di parole L’ALLENATORE É LA FIGURA PRINCIPALE DELLO SPORT.
TUTTO POGGIA SU DI LUI.
Si trova all’incrocio di tutte le situazioni, ha rapporti con tutti: dirigenti, giocatori, pubblico, media, sponsor.
Ha la visione completa della specialità, grazie alla sua esperienza, alla sua prospettiva”.
L’allenatore é anche il perfetto capro espiatorio.
Ciò che succede a questo riguardo é talvolta di un’ingiustizia totale.
Al massimo livello, dove la posta é rilevante, l’allenatore é il bersaglio privilegiato.
Temo che in avvenire l’allenatore completo non sia più riconosciuto e apprezzato.
Il suo lavoro non si giudica da una partita all’altra, ma nel contesto di una stagione.
Ho paura che lo sport-business distrugga l’uomo, in virtù del quale lo sport resta umano, resta soprattutto un’arte”.

sabato 1 marzo 2008

SPORT E PACE di Damiano Tommasi

(tratto dall'agenda "Comportamenti di Pace" a cura di Massimo Paolicelli - edizione 2000)
Le pagine sportive si confondono sempre più con le pagine di cronaca nera!
Gli scontri tra tifoserie che fanno seguito alla maggior parte delle partite di calcio, i 5.000 e più poliziotti smobilitati ogni domenica per prevenire conseguenze più gravi, le decine di morti che negli ultimi anni ci siamo ritrovati all'interno o all'esterno dei campi di gioco.
Sono segnali chiari della violenza che direttamente o indirettamente coinvolge lo sport.
Il calcio in Italia è l'imputato principale ma, purtroppo, anche altre discipline sono tristemente coinvolte.
Lo sport, quindi , deve dare un messaggio di pace.
Lo sport è un importante strumento educativo ed in tal senso deve essere sviluppato.
Gli sportivi sono esempi che i giovani vogliono imitare e per questo devono sentirsi responsabili dei loro comportamenti.
Purtroppo la cultura sportiva non è adeguatamente sviluppata.
Nella società odierna non si sa perdere!
Non si accetta la sconfitta e di conseguenza di esaspera il bisogno di un risultato positivo.
Chi non vince, sia nel ciclismo che nel calcio, sia nell'atletica che nello sci, è un fallito!
Non importa come hai perso, sei un fallito!
Non si distinguono più persone con valori positivi o negativi ma semplicemente vincenti o perdenti.
Lo sport dovrebbe insegnare proprio a perdere: tutti gli atleti che si accingono a disputare una gara sanno che possono vincere e possono perdere ma, allo stesso tempo, non accettano in nessun modo la sconfitta.
Le conseguenze più gravi di tutto questo sono le reazioni istintive, violente, esagerate che si hanno ogniqualvolta ci si sente imbrogliati, derubati, o in qualche modo danneggiati da arbitri, avversari o chissà chi.
Considerata la grande diffusione dello sport nella società, è compito di tutti adoperarsi affinché l'attività sportiva rimanga strumento per l'educazione a valori quali la lealtà, l'onestà, il rispetto.
Nessuno si deve sentire impotente di fronte ad un fenomeno che direttamente o indirettamente ci coinvolge tutti.
Dal dilettante al professionista, dal principiante al campione dal più giovane al più esperto, chiunque può e deve giocare "pulito".
"Pulito" significa nel pieno rispetto delle regole, con lealtà, con rispetto per l'avversario e soprattutto riconoscendo i propri limiti.
Una sana cultura sportiva va costruita giorno per giorno, ogni occasione è buona per imparare a giocare, a praticare uno sport in un modo diverso.
Saper perdere!
Questo è il più grande insegnamento dello sport.
Impegnarsi con tutte le proprie forze per vincere ma accettare l'eventuale sconfitta.
Interessi economici e finanziari, diritti televisivi e sponsor esigenti non si armonizzano con le regole dello sport.
E' questo contrasto evidente che crea esagerazione, rabbia frenesia, impazienza e tensione che sfociano inevitabilmente in episodi di violenza.
Chiunque, perciò, può, nel suo piccolo, accostarsi allo sport in un modo nuovo o, se vogliamo, in un modo più vero per far crescere una sana cultura sportiva.
Cosa fare?
Gli atleti, quindi, sono l'esempio da seguire.
Giocare e gareggiare nel rispetto delle regole, degli avversari e degli arbitri, rendendosi conto delle responsabilità che hanno, è fondamentale.
Se io protesto vivacemente "autorizzo" il pubblico a prendersela con l'arbitro; se io reagisco violentemente ad una scorrettezza dell'avversario sarò imitato dal pubblico nei confronti dei tifosi della sponda opposta; i comportamenti di pace nello sport sono dunque quelli che tendono a smorzare polemiche, reazioni violente e inutili.
Addetti ai lavori sono chiamati a diffondere sempre più la cultura della sconfitta.
Non si può vincere solo per evitare una perdita economica!
Non si deve esasperare la corsa ad un risultato esclusivamente positivo.
Mass-Media. Giornalisti, cronisti, opinionisti devono avere più coscienza del loro ruolo.
Criticare aspramente arbitri, atleti, dirigenti non fa che provocare reazioni più o meno violente nei confronti di queste persone.
Ecco, considerare il tifoso, l'atleta, l'arbitro, il dirigente come persona che ama, sogna, ha una famiglia, piange, ride, lavora, pensa, riflette e, per questo, può sbagliare deve essere il compito dei mass- media.
Per far questo e per limare quella spigolosità nelle discussioni, sarebbe utile evitare di far uso di vocaboli quali cecchino, bomba, cannonata, fallo assassino, corsa della vita, salita massacrante, errore da suicidio, giocare alla morte
(n.b. i giornalisti di TELE+ si stanno impegnando in questo senso).
Infine, gli appassionati, sono chiamati ad accostarsi allo sport non dimenticando che sono di fronte sempre e comunque a delle persone come loro, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Allenarsi giorno per giorno ad accettare la vittoria e la sconfitta come parte del gioco e perciò evitare qualsiasi reazione istintivamente violenta.
Damiano Tommasi

martedì 12 febbraio 2008