venerdì 1 febbraio 2008

PROGETTO SCUOLA


Voglio chiarire che il concetto di sport,
è competizione, ma non è necessariamente attività agonistica specialistica precoce,
ma bensì è un confronto con gli altri.
E' arricchimento dell’individuo, nel momento in cui entra in tensione con un altro per migliorare se stesso e per migliorare anche il gruppo,
perché senza l’altro noi non esisteremmo.


Questo lavoro rappresenta per le attività motorie e per lo sport in Italia, un percorso campione, che potrebbe anche rivoluzionare il rapporto tra l’associazionismo sportivo, quindi il C.O.N.I. , in particolare la Federazione del Pattinaggio F.I.H.P. e l’altra agenzia culturale che è la scuola .
Quindi è un progetto che s’inserisce e fa diventare voi pionieri di una cosa che cercherà di portare come stabiliscono i nuovi programmi, l’educazione motoria in maniera avveniristica con la novella del Pattinare.
Io parto da una considerazione, gli insegnanti grazie agli orientamenti dei nuovi programmi, devono programmare nell’anno scolastico un programma di educazione motoria, io con questa proposta presento agli insegnanti il pattinare come possibile mezzo per lo sviluppo psicofisico del Bambino.
Vediamo quello che è il passaggio che sta avvenendo nella scuola, una scuola che ha una forte attrazione per il passato, che si basa sulla didattica della contemplazione, della conservazione e della trasmissione.
Il presente rimane fisso e immutabile, quindi il passaggio sta sempre più diventando dal luogo dell’imparare al luogo dell’imparare ad imparare, ossia creare nel Bambino un modo nuovo di confrontarsi con la realtà.
Questi a me sembrano i concetti filosofici dei nuovo programmi, quindi la scuola dovrebbe diventare uno spazio attivo di ricerca e non un momento informativo definito a priori.
Quindi è un contesto nel quale i bambini vivono un’esperienza e questa viene vissuta anche in base alle conoscenze che i bambini hanno, allora è qui che entra il nostro ruolo, cioè la scuola non viene considerata più come primaria fondamentale come volevano i vecchi programmi del ‘55, ma diventa scuola primaria in senso iniziale e che ha necessità, per poter sviluppare la cultura e accrescere la formazione, di altre agenzie.
Nel nostro caso si inserisce la mia proposta del Pattinare, cioè altre organizzazioni in questo caso quelle sportive, contribuiscono con la scuola all’accrescere del sapere del Bambino.
La C.M.271 del 1991 del 10 settembre del Ministero della Pubblica Istruzione, stabilisce per la prima volta nella storia del paese le minime soglie orarie per discipline, quindi in questa data l’educazione motoria entra per due ore settimanali nella Scuola Elementare.
Visti i cambiamenti che la scuola sta vivendo ecco allora considerare l’ingresso della
C.M. 184 che porta a coadiuvare con gli insegnanti nuove strutture, in questo caso l’associazionismo sportivo.
Un’altra cosa importante è il fatto che le generazioni di bambini che vengono su in questo periodo, vivono non più il rapporto con il tempo scolastico in modo vago, ma in maniera più ordinata, ossia il Bambino sa che domani ha l’ora di ... , come nelle scuole medie insomma.
Cioè si crea una mentalità più elastica e più cosciente.
Ma il tutto non è così facile, lo sport è visto con sospetto in certi sistemi scolastici, perché visto come distrattore delle attività serie, in parte perché qualcuno vede le attività pratiche come subalterne, specialmente quando si parla di sport, perché questo significa svago, significa che il Bambino suda, si stanca e poi non riesce a studiare.
Mentre quando si parla della motricità, psicomotricità, il discorso diventa più serio e più riflessivo, perché il Bambino sembra che apprenda meglio certe cose; non dimenticando che proprio la motricità e quindi l’immagine che il Bambino ha del proprio corpo, è il numero fondamentale per la formazione della personalità dell’individuo.
Diciamo quindi che può esserci una certa riluttanza verso la competitività e poi per l’emulazione, ma il nostro compito e proprio quello di sfatare il mito della competitività, dobbiamo chiarire cosa s’intende per competitività e poi competizione che significa far competere, fare delle cose insieme.
Io sono contrario al concetto dell’insegnamento ostile nei confronti dell’avversario, ma allo stesso tempo bisogna essere coscienti che senza competitività la specie umana si estinguerebbe, perché la competitività è legata alla lotta e quindi all’agonismo.
Quando noi sentiamo dire che l’agonismo non è molto educativo, dobbiamo fare questa precisazione: l’agonismo è un bisogno umano per la sopravvivenza, quindi significa lottare per migliorare la natura.
E noi educatori stiamo combattendo per migliorare il modo di essere dell’individuo verso l’ambiente .
Perché è chiaro che la società consumistica cerca di vendere tutto e allontana l’uomo dalla natura.
L’altro punto essenziale è quello dell’attività agonistica organizzata nell’infanzia, perché è questa attività che porta poi al concetto di specializzazione precoce, che ha portato al rifiuto da parte della scuola, e quindi l’educazione motoria è stata privata di referenti, cioè non può esistere o esiste in maniera sbagliata l’educazione motoria senza lo sport.
Per questo io voglio chiarire il concetto di sport che è competizione ma non è necessariamente attività agonistica specialistica precoce, ma bensì è un confronto con gli altri, è arricchimento dell’individuo nel momento in cui entra in tensione con un altro per migliorare se stesso e per migliorare anche il gruppo, perché senza l’altro non esisteremmo.

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