venerdì 1 febbraio 2008

ALCUNE CONSIDERAZIONI PSICOLOGICHE SUL PATTINARE










Il concetto dell’equilibrio è lo stato più importante della specie umana,
con il Pattinare noi lavoriamo in modo particolare sull’equilibrio.


Il Bambino a 10 anni sta vivendo ancora una fase della vita con una tendenza se vogliamo animistica,
cioè basata sul fatto che tutte le cose hanno un’anima con poteri, molte volte, superiori a quelli dell’uomo,
è una vita basata sulla drammatizzazione, sul gioco simbolico, sul gioco espressivo; la vita per il bambino è questa, se mancano questi aspetti diventa troppo realistico e corre il rischio di perdere un’importante tappa dello sviluppo.
Quindi è importante rammentare che rispetto proprio le capacità coordinative, il pattinaggio vive il problema dell’equilibrio, la ricerca dell’equilibrio non è soltanto un equilibrio proprio mentale che è una delle tendenze dell’essere umano per poter essere...... quando si parla di essere equilibrato.
Quindi l’attività del pattinare ha a che fare con una componente che per noi è coordinativa, ma dal punto di vista antropologico la paura di perdere l’equilibrio è una delle più antiche paure.
Noi lo vediamo quando nasciamo, il bambino viene poggiato sul dorso e la prima cosa che fa è quella di spalancare le braccia per paura di cadere, quindi di perdere un equilibrio.
Allora capite bene quanto e come diventa importante acquisire questo equilibrio sul piano psicologico, ormai dovrebbe essere cosa acquisita e non dobbiamo stancarci di ripeterlo che non c’è separazione tra gli aspetti della mente, gli aspetti cognitivi rispetto gli aspetti motori.
Un altro aspetto importante è quello riguardante la caduta:

nella nostra cultura europea la caduta e cadere significa scendere in basso anche nello stato sociale, quindi c’è questo problema visto anche sotto l’aspetto della scala sociale, di accettare la caduta come la possibilità di risoluzione di un problema, ossia superare la caduta ritornando in equilibrio, quindi la caduta ha un effetto educativo pedagogico proprio nel momento in cui c’è l’alternativa allo stare in piedi, certe cose si trasferiscono quindi aiutano sul piano del transfert.
Quando una persona cade, perché viene derisa?
Perché quando un Bambino scivola la gente si mette a ridere?










La caduta è considerata anche dal punto di vista culturale religioso all’inferno,
ci sono delle considerazioni rispetto alla caduta, la paura di cadere non è soltanto la paura di cadere e farsi male, è proprio una paura simbolica di perdere una propria identità rispetto agli altri,
specialmente in persone adulte , la paura di fare una magra figura, quindi l’insegnante o il genitore si porta anche questo tabù rispetto alla caduta,
viene razionalizzato come farsi del male.
Vincere questo demone della caduta deve essere fatto capire perché significa una maggiore sicurezza interiore,
quindi l’equilibrio non è solo fisico ma anche mentale che favorisce una sicurezza interiore nel bambino ed una accettazione di sé rispetto al mondo ed alle cose e quindi una voglia di andare verso il futuro,
questa è una carica di ottimismo in un mondo che non ne presenta molto.
Possiamo affermare che:
con il pattinare il bambino scopre la sicurezza interiore,
quindi l’immagine di sé,
un’immagine corporea di un corpo che sta in movimento in situazioni precarie,
allora si capisce bene che aspetto enormemente afrodisiaco ha sull'individuo il pattinare.
Non è il camminare o il correre, sono situazioni diverse.
Gli americani addirittura dicono:
fall in love (cadere in amore), proprio perché il pattinare presuppone la caduta.
Un’altra cosa importante nella simbologia del pattinare è la questione del piacere fine a sé stesso di vincere una cosa che noi non potremo mai vincere.
Questi sono gli eventi che regolano la vita dell’universo ,quindi lo spazio e il tempo,
ossia noi non possiamo mai batterlo il tempo, è impossibile, però c’è questa pia illusione che attraverso un mezzo si possa ,
allora il pattino è uno strumento che favorisce innanzitutto il superamento di una velocità,
superare questa, sicuramente è un piacere universale,
quindi il pattinare supera gli originali schemi motori, come il camminare e il correre.
Si capisce bene che insegniamo con il pattinare un nuovo schema motorio,
allora noi spostiamo con l’insegnamento del pattinare il sapere umano, il sapere del Bambino.
Questo periodo della vita, è anche un epoca critica deve fare un bilancio sulla propria esistenza,
il bambino perde certe caratteristiche dell’infanzia per avvicinarsi sempre più verso un’età pre-adolescenziale,
è un momento in cui il bambino vive anche un rapporto magico con la vita e questo è il bello .
Secondo un’analisi e uno studio sulla struttura delle fiabe, in quelle tradizionali spesso c’è sempre un oggetto magico che va ad aiutare l’eroe per superare l’ostacolo.



Allora il pattino può raffigurare nella mente del Bambino questo oggetto magico che va ad aiutare l’eroe per superare l’ostacolo, quindi raffigurare nella mente del Bambino questo oggetto magico-simbolico.
Tutto questo nel linguaggio dell’infanzia è capito,
è l’adulto che deve cercare di ricordare e specialmente deve ricordarselo un’insegnante il quale deve capire che stiamo lavorando nel magico nell’animistico.
Questo deve portare a capire che non bisogna dire:
ma il Bambino deve restare con i piedi per terra.
Per i piedi per terra c’è tempo in avanti, i tempi sono i tempi le tappe di sviluppo non vanno anticipate, in questa parte della vita il Bambino deve crescere con la fantasia, con l’immaginario e con la creatività.
Purtroppo questi oggetti magici, vengono sempre più messi da parte dall’elettronica, il nuovo mondo dei videogame, che per molti ha già sostituito il fantastico sono un esempio.
Allora riflettiamo un po’ su come combattere una certa elettronica nociva, uno dei grossi ritornelli da parte di molti genitori è proprio questo, come l’elettronica possa danneggiare il sistema nervoso dell’individuo.
Nell’ultima generazione di videogames, si legge persino nelle istruzioni di fare attenzione ad eventuali crisi epilettiche o altre disfunzioni fisiologiche che questi possano causare con l’uso più o meno prolungato.
Allora, noi offriamo con il Pattinare una situazione fantastica, da fiaba, per un Bambino che non sta vivendo più nelle fiabe né sta vivendo il fantastico, che è rinchiuso in sé stesso, che elabora un proprio narcisismo sempre più rimarcato, perché la società consumistica punta al narcisismo per vendere i prodotti e allora l’educatore si trova di fronte ad un bivio:
- serve ancora educare o non serve più educare o l’infanzia la stiamo annullando e distruggendo dando ragione ad uno studioso americano che parla di una infanzia ormai finita?
Io non sono convinto ancora di questo, però sento che se non ci muoviamo dovrò ricredermi.
Allora il problema sta nel non cadere in quel realismo come intendeva Piaget, ma proprio dal punto di vista sociologico, ossia il Bambino deve vivere l’elemento magico della vita.
In questo periodo della vita, secondo degli studi fatti da uno psicologo romano, la maggior parte dei tossicodipendenti che ha avuto modo di contattare nelle sue indagini, avevano proprio perduto questa fase della loro vita, avevano perduto e non vissuto il momento magico dell’infanzia;
cioè, erano diventati più iperealistici del re.
Quindi, c’è un desiderio, oltre a tanti altri motivi, di ritrovare un vissuto fantastico non vissuto, attraverso l’uso di certe sostanze.
Capite che danno andiamo a fare se noi non valorizziamo certe cose.
Non solo, noi stiamo sempre più dimenticando e quindi faremmo bene a ricordare che sul piano delle motivazioni, ci sono alcune molto importanti che si stanno assopendo cadendo nel dimenticatoio,
ossia, il rischio l’avventura e l’esplorazione,questo perché la nostra civiltà impone tutto in maniera rigida.
Queste motivazioni stanno scomparendo, non a caso in età adulta i ragazzi le ricercano in attività di morte, vedi le corse pazze in auto il sabato sera, migrando da una discoteca all’altra in preda ai fumi dell’alcool o delle droghe.
Ad essere ridotta c’è anche la creatività,
adesso non è per far politica, ma una persona che è creativa e lavora sul pensiero produttivo è una persona che mette in crisi il sistema che tende ad imbarbarire l’essere umano, quindi meno si è creativi più si riesce a vendere certi prodotti,
purtroppo questa è una triste realtà, o si sconfigge questa tesi o noi diventeremo tutti robotizzati, questo lo ricordavano gli studiosi della scuola di Francoforte e lo stesso Pasolini in Italia.
E' il concetto di omologazione, tutti siamo uguali quindi il messaggio viene trasmesso a tutti e tutti comprano quel prodotto.
Allora capite bene questo discorso a cosa vuol giungere.
Il pattinare che va in contrasto con certe regole di natura che sono appunto il normale camminare e correre, impone un maggior rischio, una maggiore avventura e una maggiore esplorazione, perché si riducono gli spazi e quindi l’esplorazione diventa significativa per il vissuto corporeo del Bambino che riesce a dominare delle variabili rispetto il pattinare.
Un’altra cosa è importante, il corpo così detto vissuto riportato nei programmi delle scuole inferiori, il così detto corpo vissuto che per noi è fondamento e pilastro della pedagogia,
perché corpo vissuto non è corpo subito e non corpo strumento.
Cioè il bambino con il corpo è centrato sulla propria personalità,
vive delle esperienze in maniera libera, noi proponiamo delle situazioni e il bambino le vive a modo suo.
Attraverso le motivazioni che prima dicevo il corpo viene vissuto in maniera diversa rispetto ad altri schemi motori o ad altre situazioni.
E' fondamentale giocare con i pattini, perché il Bambino deve valutare e passare le varie fasi della coordinazione motoria esplorando.
Noi tutti sappiamo che quando c’è una coordinazione, questa è legata a due sistemi regolatori uno esterno e l’altro interno, quello esterno è appunto legato ad analizzatori visivi, tattili, uditivi, ecc.
la prima cosa che facciamo è proprio lavorare con questi analizzatori di senso,
dopodiché si passa ad una seconda fase.
Quando iniziamo a coordinare il movimento, incominciano a subentrare analizzatori di tipo interno, ossia dei regolatori che sono quelli cinestetici, ovvero le cellule che sono nei muscoli nelle articolazioni, nei tendini, che ci dicono esattamente il nostro corpo come sta e come è collocato.
Questo è un passaggio importantissimo per l’apprendimento motorio, ma anche per l’apprendimento cognitivo, perché ripeto, il corpo è centrale nella vita affettiva dell’individuo.
Nel pattinare questa tendenza è molto rimarcata rispetto ad attività come il correre, il saltare e fare altre cose, quindi capite bene che significa usare il pattino, questo diventa un’appendice, un mezzo per conoscere ed esplorare meglio il mondo in un vissuto che è anche magico,
perché il Bambino ha questi pattini e questi hanno una magia nell’infanzia e anche per tutti noi penso.
Magari uno da grande non ci pensa, ma se uno si ferma e ci fa una riflessione ...... questo è il concetto.
Quindi una maggiore ricerca di libertà.
Se prendiamo spunto da alcune riflessioni di alcuni bambini sul cosa significa per loro pattinare, molti rispondono che sembra loro di volare.
Ritroviamo allora il desiderio di volare, non ritorniamo indietro ad Icaro o a Leonardo da Vinci, ma l’uomo ha sempre desiderato di volare e per necessità ha inventato gli aeroplani.
Quindi accontentiamo negli uomini il desiderio di volare, perché con i pattini si ha questa sensazione, perché più aumenta la velocità e più si ha questa sensazione di volare.
Allora una percezione stupenda dal punto di vista didattico, viene anche recuperata una certa spontaneità di fare le cose per il solo piacere di farle.
Comunque , ripeto e ribadisco sempre, il concetto dell’equilibrio diventa lo stato più importante della nostra specie umana, e con il pattinare noi lavoriamo in modo particolare sull’equilibrio.

1 commento:

Giovanni Forte ha detto...

Molto interessante, condivido il tutto e mi complimento con te. Ciao Giovanni Forte