venerdì 1 febbraio 2008

UNA FAVOLA, IL PATTINO E DINTORNI























I bambini reali,
cioè quelli che appena ti giri fanno subito le gare più strane e incredibili e che vogliono giocare in una palestra che non sia un
consultorio neuro-psichiatrico-infantile.

I bambini, così come amano giocare, altrettanto istintivamente amano misurarsi in gare e confronti.
Come afferma Fabrizio Pellegrini,
Collodi con la favola di Pinocchio aveva in mente l’immagine di un corpo, ma nel descriverlo enuncia ciò che saprà fare, e lo enuncia in forma diremmo oggi, di competenze multilaterali, polivalenti, polisportive, come si conviene a un Bambino.
Ma vuoi vedere che Collodi conosceva gli schemi motori, e con la favola di Pinocchio ha voluto teorizzare sulla motricità del Bambino e noi, non ce ne siamo accorti?
Eppure Pinocchio dopo poche pagine di racconto è ormai bambino e non corpo burattino, bambino che cammina , corre, salta, rotola e s’arrampica.
Appena qualche pagina in più , Pinocchio già esercita l’afferrare e il lanciare il martello contro il grillo parlante, sapiente e saccente custode, come dice Collodi di grandi verità.
Io, per quanto mi riguarda,
sono dalla parte di Pinocchio e dei bambini reali,
cioè quelli che appena ti giri fanno subito le gare più strane e incredibili e che vogliono giocare in una palestra che non sia un consultorio neuro-psichiatrico-infantile.



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