mercoledì 23 luglio 2008

HOCKEY = PASSIONE

Mi sembra doveroso pubblicare questa lettera aperta del mio caro amico Adriano.
Un ragazzo stupendo con la passione dello sport e del giornalismo sportivo.
Grazie Adriano per le parole scritte, il nostro movimento ha bisogno della tua penna, ha bisogno delle tue cronache, ha bisogno della tua persona.
Ti auguro quanto prima di ridiventare presto l'addetto stampa di una società di Hockey.




Per me la parola Hockey significa passione.

Si, passione, amore, entusiasmo, voglia di vincere, di lottare.

Per me l’hockey rappresenta l’emozione dei momenti che anticipano una gara, significa la trepidazione prima di un rigore, significa la gioia di un gran bel gol…e purtroppo la tristezza per una pallina che di pochi centimetri rimette tutto in discussione.

L’Hockey non può che essere spirito di gruppo, sacrificio costante ma sempre con il sorriso, la sete insaziabile di conoscenza di uno sport, a volte, a primo impatto ostile ma che poi si trasforma in un amore infinito, eterno, invincibile.

Ho conosciuto l’Hockey su pista quando avevo circa 10 anni. Allora nella mia testa c’erano soltanto Van Basten, Gullit, Maldini unici eroi dello sport preferito.

Andavo ogni sabato sera a vedere le partite dell’Hockey Club Molfetta accompagnando mio nonno, appassionato fin dentro le ossa di hockey. All’inizio la voglia non era tanta, lo facevo per non deludere il nonno e come scusa per rimanere a dormire da loro.
Ma poi partita dopo partita, quello sport mi affascinava sempre di più: gli scatti, i colpi di puro talento, le giocate di classe….come dimenticare quei momenti.
Van Basten c’era sempre (come cancellarlo d’altronde…!!!) ma con lui iniziavano ad affacciarsi quei ragazzi in completo bianco-rosso che pattinavano come ossessi dietro una pallina sospinti da un pubblico caloroso.

Anche io mi ero ammalato: si della famosa e letale “Febbre del Sabato Sera”.

Da allora con mio nonno anche durante la settimana parlavo di hockey e mi divertivo con lui ad immaginare la prossima partita sicuri della vittoria dei fantastici ragazzi molfettesi.

Poi la malattia di mio nonno e la sua impossibilità di venire a vedere quelle partite di cui non si era perso neanche un minuto. E allora andavo io solo al Palazzetto e il giorno dopo gli raccontavo tutte i momenti salienti delle partite con i gol del Cinese Spadavecchia e la grinta del capitano De Robertis.

L’ultima volta che ha avuto al forza di uscire di casa è stato un sabato sera in cui mi chiese il favore di accompagnarlo. Che emozione, che ricordi!

Ma mai avrei immaginato,qualche anno dopo,di ritrovarmi a scrivere sull’Hockey assumendo un ruolo attivo ed entrando da quelle porte (lato spogliatoio) che da piccolo erano per me un sogno e nello stesso tempo un limite invalicabile.

L’Hockey Club Molfetta è diventata così la mia casa diventandone addetto stampa e vivendo giorno per giorno le emozioni di questo sport.

Ed ecco seguire gli allenamenti in compagnia del fantastico allenatore Michele Poli e fare le prime trasferte.

Che bei momenti: i derby con il Giovinazzo, le battaglie di un anno sportivo indimenticabile dove ho avuto l’onore e l’onere di raccontare tramite articoli quei momenti.

E poi chi lo dimentica il 1°Aprile 2006 con la fantastica promozione in A1 in una serata che mai nessuno cancellerà dai nostri cuori.

E come le belle favole, la storia personale con l’Hockey ha avuto un momento in cui si è interrotta, o meglio assopita….ma le grandi storie d’amore non finiscono mai veramente.

L’hockey lo seguirò sempre e mi farà emozionare come la prima volta, tanti, tantissimi anni fa.

E sarà grazie a Bum-bum Turturro, al Mago Michele Poli, a De Robertis, De Pinto, “mazza di tuono” Persia, il killer Lezoche, Agrimi, Spadavecchia se oggi accanto a Kaka, Pirlo e Gattuso ci sono i fratelli Bertolucci, Sergio Silva e i fratelli Michelon.
Adriano Nappi

venerdì 11 luglio 2008

E' giusto scrivere, EL GORDO GIUSTAMENTE DENUNCIATO DA AMICI

Questo è il titolo che molti giornali sia stampati che on-line riportano

**Victor: "Ero strafatto ho ucciso Federica"**El Gordo arrestato a Tarragona, tradito da amici che hanno chiamato la polizia

Resto sempre più esterefatto da quello che sento e leggo, mi considero un meno che mediocre SCRITTORE , ma credo che quello che riporto sia comprensibile.
Ho sempre con tutti scherzato sulla famosa barzelletta di Pierino e la maestra:
-Maestra, sono caduto o ho caduto...sempre in terra mi son trovato.
Amici miei, non posso assolutamente accettare che si scriva o si dichiari che El Gordo è stato TRADITO da amici.
Una dichiarazione del genere la considero una sana e pura lezione di omertà.
Io , un mio amico che dovesse compiere un gesto del genere lo denuncierei immediatamente , mandandolo ai lavori forzati e al carcere duro.
Altro che tradimento , io gli Amici di questo assassino li propongo per una medaglia.
Dico a tutti quelli che hanno usato questo termine:
chiedete umilmente scusa per averli chiamati Traditori.