venerdì 14 marzo 2008

Cinque regole d'oro - Educatore sportivo: consapevolezza del ruolo - di Lucia Todaro

Quante volte abbiamo ricordato a noi stessi e ai nostri giovani atleti che lo sport è una palestra di vita?
Mi pare che oggi i nostri atleti ci chiedano di più... che abbiano bisogno di relazioni significative con l'educatore sportivo, quale figura di riferimento significativa.
Dall'adulto, e adulto competente, si aspettano capacità di direzionalità e di contenimento, di chiarezza nelle proposte e di verifica degli obiettivi.
Il ruolo di allenatore ci porta a scegliere, dunque, uno stile educativo personale ed efficace: l'obiettivo è di trovare modalità adeguate per accompagnare i ragazzi nella loro crescita.
Chi vuole educare deve conoscere e amare i propri atleti; deve progettare per loro un percorso di potenziamento e valorizzazione del benessere globale della persona e del gruppo.
Lo stile ottimale non è costituito da regole, non esistono ricette pedagogiche efficaci!
Sarà vincente l'atteggiamento che si prefigge alcuni essenziali obiettivi e li persegue con continuità e flessibilità, affrontando la fatica e gli imprevisti che l'evoluzione psicologica della persona e del gruppo contengono. Occorre dunque:

1. Individuare l'interesse
Spesso la scelta della disciplina sportiva avviene in funzione di criteri inizialmente comuni: il pediatra consiglia l'attività fisica per favorire la crescita e la buona salute, l'insegnante affinché il ragazzo "scarichi le tensioni emotive", il genitore in funzione dell'interesse per uno sport o della necessità di trovare metodi "sani e utili" per occupare il tempo libero dei figli.
E l'atleta?
Il bambino ha una propensione, naturale o indotta, per lo sport, il movimento, il gioco e l'appartenenza ad un gruppo-squadra.
È importante che l'educatore sportivo sappia individuare la causa di avvicinamento allo sport di ogni ragazzo; dalla motivazione di ciascuno potrà trarre spunti per rispondere ai bisogni reali e garantire, così, un adeguato grado di soddisfazione.

2. Insegnare la tecnica
Il buon allenatore ha l'esperienza e la conoscenza necessarie per spiegare, far sperimentare, allenare e verificare i risultati di ciò che insegna della propria disciplina.
L'educatore sportivo ha, inoltre, la capacità di usare metodologie di allenamento e modalità di insegnamento che tengano conto dell'età, dell'originalità e delle aspettative di ogni atleta e di tutta la squadra.
Se non si vuol ridurre il proprio compito al solo "addestrare" bisogna conoscere anche le tecniche dell'osservazione, della programmazione, della comunicazione efficace e della verifica dei progressi del singolo e del gruppo.

3. Infondere la passione
Una delle carte vincenti è la passione per lo sport.
Ogni "fuoriclasse" dimostra di possedere qualcosa in più della preparazione tecnica o dell'esperienza acquisita quando il suo successo è dato dal suo coinvolgimento totale in ciò che fa.
L'educatore sportivo crede nello sport, ama la sua disciplina, spera nella sua squadra; tutte queste emozioni, sorrette da impegno serio e forza di volontà, sono coinvolgenti e trasmettono agli atleti il senso della "bellezza" dello sport.

4. Valorizzare l'impegno
Nell'età evolutiva è essenziale essere sostenuti nell'acquisizione della autostima.
Ogni risultato positivo consente al giovane atleta di percepire il successo come una tappa di crescita ed evoluzione che lo gratifica e rende, passo dopo passo, sempre più sicuro di sé.
Se l'adulto che educa sottolinea e fa riflettere non solo sui risultati ma anche sull'impegno, lo sforzo e la costanza con cui ogni ragazzo affronta lo sport, ottiene una maggiore efficacia dello stimolo alla stima di sé.
Valorizzando l'impegno si accentua la fiducia e la sicurezza e si aiuta ad avere una conoscenza equilibrata delle proprie potenzialità.

5. Testimoniare il valore
Si dice che l'esempio valga più di tante parole. In parte ciò è vero per il ruolo dell'educatore sportivo.
Chi crede nel valore di ciò che insegna lo manifesta con la propria personale testimonianza di competenza, impegno, passione...
Occorre però anche saper rendere ragione dei princìpi e degli ideali che animano l'attività educativa.
Saremo educatori credibili solo se ci crediamo davvero! E diverrà più semplice trovare il modo giusto, autorevole e costruttivo, per creare un clima dove il ragazzo abbia voglia di crescere!

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